giovedì 6 dicembre 2018

La danza soave della neve

Arriva silenziosa e leggera, si posa candida senza rumore, abbiglia ogni cosa col suo luminoso bianco, si offre al bambino e al grande con la delicatezza di chi vuole sorprenderti, non le appartiene l'arroganza del vento o la malizia della pioggia . Lei scende a poco a poco e trasforma tutto ciò che tocca. Ma il suo tocco è cosi morbido che la tentazione di tuffarsi nel suo bianco, sebbene freddo abbraccio, rimane sempre un atavico istinto. Perché le sue braccia danno conforto e protezione, perché il motivetto  che intona regala serenità.



 Ci svegliamo così a fine aprile in Valle Aurina, ieri era primavera oggi ci sei tu, ci mostri un mondo nuovo e sorprendente. No! non sempre siamo pronti, ma lo stupore che provochi spazza via i programmi e si aprono nuovi scenari e vivaci scoperte a due passi da noi.
Lì nascosto troviamo un ruscello, e sei ancora tu con nuove sembianze e per noi rinnovata vitalità di uno spettacolo infinito.


 Vorrei che il nostro passo fosse leggero come sei Tu, vorrei che ad ogni spinta in avanti fosse capace di trasformarsi in altro, come fai tu, vorrei che la nostra impronta fosse volubile come Te, ed invece ho paura che sia sempre più indelebile. Tu leggera ti muovi e ti trasformi, e nel fare tutto questo con grande semplicità ti rinnovi e rinnovi ciò che tocchi.


 Così ti guardo e penso che per godere ancora di simili spettacoli infiniti dovremmo allentare la presa, posare leggera  la mano, affondare il passo con timida cautela, imparare la danza soave della neve. 



 

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