mercoledì 27 novembre 2019

Siamo come foreste



Come alberi mossi dal vento ci sfioriamo, ci guardiamo condividiamo lo stesso spazio, anche se troppo spesso dimentichiamo di affondare le radici nel profondo del medesimo humus. Siamo fatti della stessa sostanza e la diversità che ognuno di noi custodisce, è quella straordinaria ed incantevole apparenza con la quale la natura manifesta la propria infinita bellezza.
Troppo spesso però ci siamo dimenticati e ancora ci dimentichiamo di essere un unico grande organismo legato alla terra da un indissolubile vincolo vitale, non dare niente per scontato ma rinnovare ogni momento l'impegno affinché il domani non divenga un inesorabile passo verso il baratro dell'autodistruzione.



La natura ha mille risorse, ma è altrettanto stanca di correre ai ripari della nostra indifferenza, chiede aiuto a voce alta, ed è giunto adesso il momento di aprire bene occhi ed orecchi, ascoltare, comprendere, allentare la morsa, alleggerire il passo. 
Dove si è perduta la riconoscenza, dove è stato sepolto l'umile grazie per tutto ciò che dona? Forse giace là, sotto alle discariche della nostra esistenza, vere reali, sovrastanti come mostri assetati di morte. Dove è finito il senso del rispetto e la cura di uno spettacolo che si rinnova, ma che non può finire per essere un ricordo su di una foto sbiadita. 
Forse si è solo smarrito, si è lasciato abbindolare dall'indifferenza, dall'esaltazione di un ego affabulatore, intento a portare l'attenzione all'effimero, al volubile, al più,  e con lo sguardo sempre e solo rivolto su se stesso. 


 Un campanello d'allarme che si trasforma velocemente in una sirena non può più essere ignorato, la bellezza, la vita, il futuro è qui ora, adesso, domani è  già tardi. 
Siamo come foreste, non isole lontane, un albero che nasce lo fa in silenzio, cresce con umiltà consapevole e rispettoso di ciò che lo circonda, un albero che muore travolge i suoi vicini, indebolisce il terreno, si porta via con sé ossigeno e vita.



Alleggerire il peso dei nostri passi è ancora possibile, senza rimandare, senza delegare, senza illudersi che possa bastare una foto per mantenere in vita il ricordo di tanta infinita e straordinaria bellezza. 





giovedì 28 marzo 2019

Oggi condivido!!

Pochi giorni fa ho letto un articolo interessante (posso chiamarlo articolo e non post?) di Giulia sul tema "essere social sui social"poche e piccole regole per usare al meglio questo nuovo incredibile  mezzo di comunicazione senza frontiere. Qualunque sia la piattaforma dalla quale spiccate il volo verso l'etere, il senso comune è quello di creare scambio di immagini e pensieri, condividerli, e nel rispetto reciproco, stabilire delle "conversazioni". 

Beh! trovo tutto questo giustissimo e per arrivare al sodo, credo che sia stimolante per entrambe le parti la partecipazione anche in piccole dosi ai contenuti proposti. 


 Così invece di porre delle domande (alle quali raramente ottengo risposto, e non mi spiego il perché : non sto chiedendo di espormi la teoria dei buchi neri, né tantomeno un resoconto dettagliato sulla fisica quantistica) ho come sentito l'esigenza di darmi personalmente delle risposte, poiché il tempo dedicato a creare contenuti per questo universo di immagini e parole per me non è poi così scontato. Dietro a queste foto non c'è solo un'immagine, ma ci sono io, quello che faccio, quello che sono. Qualche volta c'è attenzione, ricerca, studio, altre solo pura spontaneità. Ma non è mai senz'anima, quella, per croce o delizia, la metto in tutto ciò che faccio. 



E così con il tempo ho cercato di vincere anche la mia innata timidezza e far sì che la condivisione fosse non solo uno scambio di "mi piace" ma cominciasse a poco a poco un divenire di parole, approvazioni, consigli, appunto domande.

 Non è facile entrare di punto in bianco nel mondo, pubblico o privato che sia, di chi conosci solo tramite un' immagine, ma il potere delle piccole cose è grande e dunque gratificante anche una blanda partecipazione, tale da farti comunque percepire che al di là del vetro c'è un cuore che batte e non solo un dito che clicca. 

Allora non chiedo e non pretendo, ma farò io un passo in più oltre le mie barriere, perché fare le cose a vanvera proprio non mi piace, perché stare qui non è mostrarmi ma mostrare ciò che, per me, c'è di bello nelle piccole cose, lascerò alle parole la forza di fuggire da questa gabbia mentale che spesso le trattiene mentre  io mi accorgo che assurgono ogni giorno una nuova pretesa!